Tocchi rapidissimi, eseguiti quasi in trance, con i quali l’artista insegue il miracolo di donare a soggetti destinati alla caducità una bellezza immortale. Piccoli segni di colore che donano alle sue opere uno stile nervoso e immediato, una sorta di furore felice, vicino all’attimo luminoso, proprio degli impressionisti. Il grande poeta Eugenio Montale definì questa tecnica a zampa di mosca. Quattordici olii e sedici acquerelli per poter sentire, e condividere, la visione dell’artista: malinconica e incantata, l’inquadratura di de Pisis è sempre foriera di un mistero sospeso, sondabile soltanto attraverso l’arte. Lo spazio espositivo di Casa Francotto è la cornice ideale per la rassegna. Come de Pisis, anche Ernesto Francotto era sia un poeta che un pittore, la sua casa un cenacolo per gli intellettuali piemontesi dell’epoca. “Filippo de Pisis, la realtà diventa poesia” concede dunque la possibilità di immergersi nel pieno della cultura italiana Novecentesca, esplorandone le radici, per uscirne accresciuti da un’esperienza culturale unica.