CAPOGROSSI GIUSEPPE

Roma, 1900 - 1972

Nell’immediato dopoguerra le sue opere virano verso un rinnovamento che finirà col coincidere con la pittura astratta. Esponente di rilievo dell’Informale italiano insieme a Fontana e a Burri.

Durante la sua carriera Capogrossi realizza un alfabeto sconosciuto, sintetizzato in un primordiale segno “a pettine”, ripetuto ossessivamente nelle sue quasi infinite combinazioni. La genesi del suo operare risale ad un’esperienza vissuta a 10 anni, visitando un istituto per non vedenti. In questo luogo si lascia travolgere dall’emozione nell’osservare i disegni dei bambini: fogli fittissimi di piccoli tracciati neri, come in una lingua tutta da tradurre, ma esplicativa di un’interiorità completa. Tutto viene ridotto al segno, al simbolo, una ricerca folle e ossessiva che lo catapulta in un universo ricco di motivazione personale, seppur miseramente instabile a livello quotidiano.

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